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METODOLOGIA BIBLICA

Per un corretto modo di approccio al discernimento critico, qui di seguito, riportiamo una sintesi dei criteri metodologici seguiti nei lavori del Diacono Lorenzo Ventrudo
 

 

 

 

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METODOLOGIA BIBLICA

 

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Per un corretto modo di approccio al discernimento critico, qui di seguito, riportiamo una sintesi dei criteri metodologici seguiti nei lavori del Diacono Lorenzo Ventrudo:

 

La presentazione sinottica degli eventi storico-teologici della salvezza, attraverso il discernimento del complesso apocalittico a esso inerente, è riportata con metodologia ritenuta rigorosamente scientifica e il tutto riassunto in tavole di concordanze profetiche, esplicative:

 

1) Parola di Dio.

2) Esegesi di commentatori autorevoli (dai Maestri di teologia ai Santi).

3) Patristica.

4) Magistero-Tradizione viva della Chiesa.

 

5) Rivelazione pubblica, privata, riconosciuta e non, dalla Chiesa Cattolica.

In tema, ricordo che per ciò che attiene il riferimento a rivelazioni private (straordinarie), va ricordato, per inciso, che il Decreto della Congregazione per la propagazione della Fede A.A.S.N. N. 58/16 del 29/12/1966, e approvato da S.S. Paolo VI il 14/10/1966, consente la divulgazione, senza più il necessario imprimatur, di scritti riguardanti nuove apparizioni, rivelazioni, visioni, segni, profezie e miracoli. Il Concilio Vaticano II ha riconosciuto il diritto all’informazione leale fra le persone oneste. Dopo il 15/11/1966 i canoni 1399 e 2218 non sono più in vigore (Documentazione cattolica n. 1488, p. 327). 

 

6) Profezie cristiane non cattoliche, supportate da esegesi bibliche.

7) Profezie non cristiane comprese quelle laiche.

8) Opinioni di autorevoli uomini di scienza e di cultura.

9) Miei contributi esplicativi su pagine anche difficili della Bibbia.

10) Formulazione di mie legittime ipotesi interpretative, anche se opinabili, possono consentire la maggiore comprensione della dinamica e dei contenuti storico-teologici degli eventi che stanno accadendo. Tali ipotesi sono state espresse, generalmente, tenendo conto delle esegesi espresse da autorevoli commentatori, biblisti e teologi che, pur evidenziando seri quesiti, non hanno, purtroppo, proposto delle ipotesi risolutive, come ad esempio sulla strana doppia ricostruzione del Tempio di Gerusalemme (Tb 14,5) formulata da Alonso Schökel. Oppure sul ritorno dell’Anticristo, esegesi di Ap 17,9-11, condivisa da tutti i cristiani. Così come in tante altre interpretazioni unanimi e autorevoli, in cui vi è stata la toccata e fuga dalla problematica, evitando di sospingere l’indagine scientifica fino alle sue naturali ed estreme conseguenze. Resta, ad esempio, emblematica la reticenza sull’inequivocabile identificazione di Giovanni Battista con Elia (cfr. riconosciuta nei commenti di: G. Segalla, in Nuovissima versione della Bibbia, nella Bibbia di Gerusalemme e nella Bibbia Piemme, e tanti altri autorevoli commentatori).

 

Per ciò che attiene specificatamente al discernimento degli spiriti, l’a. A.R. Marin così riassume le regole indicate dai maestri di vita spirituale:

 

GENERE LETTERARIO APOCALITTICO

 

Riportiamo qui di seguito delle note che in sintesi identificano, secondo il biblista B. Marconcini[1], il carattere apocalittico del genere letterario:

 

·                    La visione, anche se si tratta di sola audizione.

·                    Visione relativa ai fatti dell'umanità che presenta.

·                    Come mistero.

·                    Lo sconvolgimento spirituale del veggente, che è invaso da ansia, ha paura e perde i sensi.

·                    La parenesi, un’esortazione ai lettori perché facciano scelte definitive per Dio.

·                    La pseudonimia, distinta da quella sapienziale che utilizza nomi di re (Salomone, Manasse).

·      L’uso dei simboli, in una varietà e complessità crescente in cui gli eventi storici, simbolicamente narrati. sono presentati  prospetticamente con immagini spesso sovrapposte, duplicate e concatenate.

·      Il carattere composito degli scritti; si pensi che Daniele usi tre lingue: l'ebraico, l'aramaico e il greco.

·                    La spasmodica attesa della fine.

·                    La catastrofe cosmica: il tempo universale scandito da numeri particolari.

·                    La presenza di angeli e demoni.

·                    Una salvezza qualificata come gloria.

·                    Il regno di Dio propiziato da un intermediario.

 

L’autorevole definizione di Rudolf  Schnackenburg: “caratteristica del pensiero apocalittico è che “i testi – biblici – vengono reinterpretati di continuo e applicati a nuove situazioni”[2].


 

[1] MARCONCINI B., L'Apocalittica: l'antico testamento alla luce del nuovo, Settimana Biblica, Verona 1986, p. 11.

[2]SCHNACKENBURG  RUDOLF, Vangelo secondo Marco, Città Nuova Editrice, Roma 2002, p. 352].