

METODOLOGIA BIBLICA
Per un corretto modo di approccio al discernimento critico, qui di seguito,
riportiamo una sintesi dei criteri metodologici seguiti nei lavori del Diacono
Lorenzo Ventrudo
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COME RICONOSCERE
I MODERNISTI, ERETICI E APOSTATI, PER "EVITARLI"
(Tito 3,10-11)
SE DOPO CONFUTAZIONE DEI LORO ERRORI, SI OSTINANO A NON RAVVEDERSI, TRONCARE
OGNI RAPPORTO CON LORO! Essi mettono a repentaglio la salvezza anche degli
altri, perché da lupi rapaci, vestiti da Agnelli, sbranano il popolo di dio.
SONO ANTICRISTI E APPARTENGONO AL POPOLO DELL’ANTICRISTO!
"SIA ANATEMA! (Anathema sit!)" (Gal 1,8)
Qui di seguito, proponiamo una sintesi operata dal teologo domenicano Giovanni
Cavalcoli, sull’ermeneutica della discontinuità del Concilio Vaticano II:
"MAGISTERO PARALLELO" DEI MODERNISTI O NEOMODERNISTI/FILOPROTESTANTI O
PROGRESSISTI/NOMINALISTI.
La Congregazione per la Dottrina della Fede è intervenuta più volte contro la
ribellione e la falsificazione delle dottrine conciliari, ma "purtroppo a tutt’oggi
i risultati non sono soddisfacenti, anche perché avviene che chi dovrebbe far
giustizia è infetto da quello stesso modernismo che dovrebbe eliminare".
L’intervento disciplinare della Santa Sede nei confronti dei lefevriani è stato
severo molto più che nei confronti dei modernisti, molti dei quali sono "eretici
ed apostati", "finti credenti". Secondo la 1Gv 2,18-25, sono "falsi maestri",
"maestri dell’errore", "anticristi" che "pur essendo membri della comunità, non
appartengono ad essa, poiché non hanno la vera fede, né lo Spirito Santo" [Cfr.
Benedetto Prete, Lettere di Giovanni, Edizioni Paoline, 1981].
"L’atteggiamento ingenuamente ottimistico diffusosi nell’episcopato del
post-concilio, ha causato la diminuzione della vigilanza nei confronti
dell’insorgere degli errori ed eresie, anche per una certa "intimidazione
psicologica" della "marea mondante modernista, ottimamente organizzata e
sostenuta da grandi mezzi finanziari". L’eccessivo timore di ricorrere alla
severità, alla polemica, alle lamentele ed allo stile dei "profeti di sventura",
hanno ammutolito (Is 56,10), chi aveva il compito doveroso di intervenire. Gli
atteggiamenti troppo indulgenti ottimistici, generici e superficiali, buonisti,
sdolcinati ed ipocriti, spiritualisti, pancristici di origine hegeliana hanno
distolto l’attenzione dalla messa in guardia contro mali, vizi ed errori pur
sempre presenti anche negli uomini e nelle società del nostro tempo.
L’ostinazione modernista ha invaso praticamente tutti gli ambienti ecclesiali,
dalla catechesi parrocchiale e familiare alle istituzioni educative più alte,
come sono gli insegnamenti episcopali e le stesse accademie e facoltà teologiche
pontificie.
L’ambiguità di certi testi conciliari ha causatolo scatenamento ermeneutico
neomodernista.
I modernisti, in nome di un "progresso inteso come rivoluzione":
Rifiutano la Tradizione. Essi ne impongono un loro Magistero Parallelo. Secondo
la 1Gv 2,24, gli eretici-apostati-anticristi, sono coloro che non si sono
attenuti agli insegnamenti degli Apostoli, depositari del nascente Magistero.
Non danno importanza alla dottrina riducendola alla pastorale.
Sostengono il «relativismo morale e religioso»
Sostituiscono l’ortodossia con l’ortoprassi Essi ritengono che le formule e i
dogmi non possono comprendere l’evoluzione storica, ma ogni problema vada
collocato nel suo contesto storico e sociopolitico. Gli autori definiscono
l’ortodossia come "una violenza metafisica". Il concetto di ortodossia va
superato, o quanto meno ridimensionato, perché, viene utilizzato come"punto di
riferimento per soffocare la libertà di pensiero e come arma per sorvegliare e
punire" ("Concilium", 2/2014, p. 11). Al primato della dottrina va sostituito
quello della prassi pastorale, come spiega a sua volta il padre Juan Carlos
Scannone, intervenendo a sostegno del cardinale Kasper, nell’articolo Teologia
serena, fatta in ginocchio, sulla "Civiltà Cattolica" del 7 giugno 2014. Le
categorie di ortodossia e di eterodossia vengono accantonate come antiquate. E
nascono nuove espressioni semantiche. Una delle più curiose è quella di "cripto-lefebvrismo".
Seguono la teoria hegeliano-storicistica del progresso come sviluppo secondo la
dialettica della contraddizione. Essi "intendono questo progresso come rottura e
smentita del passato, ma al contempo si riservano essi stessi il diritto di
proporre dottrine più avanzate (Cfr. definiti da Pio XII "amatori delle
novità"), di quelle dello stesso Concilio e in contraddizione con esse, sempre
in forza del loro concetto di progresso come rottura e non come sviluppo".
Intendendo il progresso come rottura col passato, commettono errori di tipo
immanentista, storicista, dialettico, rivoluzionario [Cfr. definito "utopismo
anarchico", da J. Ratzinger e secondo Pio XII sui "falsi sistemi", "deplorevoli
aberrazioni": immanentismo, idealismo, materialismo, sia storico che dialettico,
esistenzialismo … ].
Rifiutano le esegesi del Magistero della Chiesa: Catechismo della Chiesa
Cattolica, perché rappresenta l’esegesi del Concilio Vaticano II, le encicliche
del Papa o i documenti delle Congregazioni Romane.
Concepiscono la Chiesa come "sovranità ecclesiale popolare, l’idea di Chiesa dal
basso, la Chiesa del popolo e non come "popolo di Dio costituito
gerarchicamente".
In Papa Francesco, ravvisiamo, in particolare, una scarsa attenzione ai temi
escatologici, il che evidenzia l’ermeneutica della discontinuità col precedente
Magistero che ha profuso una quantità enorme di documenti sul discernimento dei
segni del nostro tempo. Cosi, con toccata e fuga, si è espresso Papa Francesco,
in palese discontinuità col precedente Magistero e con evidente e grave deficit
biblico-escatologico, dal significato oscuro e contraddittorio: "Siamo lontani
dalla cosiddetta "fine della storia" giacché le condizioni di uno sviluppo
sostenibile e pacifico non sono ancora adeguatamente impiantate e realizzate" [Cfr.
Esortazione Apostolica, Evangelii gaudium, 2013, n. 59]. Ovvero: la "fine della
storia" si verificherà quando "le condizioni di uno sviluppo sostenibile" [Mia
Nota: sviluppo sopportabile, tollerabile …, ovvero, così definito: "Lo sviluppo
sostenibile è un processo finalizzato al raggiungimento di obiettivi di
miglioramento ambientale, economico, sociale ed istituzionale, sia a livello
locale che globale" – Cfr. Wikipedia] e pacifico saranno "adeguatamente
impiantate e realizzate". Ci sembra che dovrebbe esser proprio il contrario,
ossia è ragionevolmente logico aspettarsi la "fine della storia" proprio quando
quelle "condizioni" non saranno più tollerabili, tali da provocare un caos
inarrestabile e incontrollabile, oppure, secondo la logica modernista, quando il
progresso umano di civilizzazione, precederà l’avvento del regno di Dio, quasi
ne dovesse essere la premessa, il che è un assurdo storico, logico e teologico!
Infatti contraddice il CCC. n. 677: "La Chiesa non entrerà nella gloria del
Regno che attraverso quest’ultima Pasqua, nella quale seguirà il suo Signore
nella sua morte e Risurrezione. Il Regno non si compirà dunque attraverso un
trionfo storico della Chiesa secondo un progresso ascendente, ma attraverso una
vittoria di Dio sullo scatenarsi ultimo del male che farà discendere dal cielo
la sua Sposa. Il trionfo di Dio sulla rivolta del male prenderà la forma
dell’ultimo Giudizio dopo l’ultimo sommovimento cosmico di questo mondo che
passa". E ancora: leggiamo nella GS n. 39: "Qui sulla terra il regno – eterno ed
universale – è già presente, in mistero; ma con la venuta del Signore, giungerà
a perfezione", ovvero, è esclusa ogni ipotetica realizzazione fittizia o
temporanea (cosiddetto Trionfo della Chiesa e/o altro) perché coincidono, in
modo definitivo e senza equivoci, ritorno del Signore e
manifestazione/celebrazione del compimento del suo Regno, come già evidenziato
da altri testi citati del CCC. Insomma, ci sembra che la "predizione" del Papa
sia più di ordine umano, di tipo opinionistico, giacché è svincolato da ogni
possibile riferimento biblico e da ogni possibile verifica storica, perché
indeterminato ed indeterminabile. Questo, ci sembra, sia una forma di
"pronostico", una specie di profezia senza Dio! Ha ragione l’esegeta Mons.
Antonio Pitta: in certi interventi fuori luogo, si rispettino le "competenze" di
chi ne è dotato!
"Ci sembra, ancora, di ravvisare una evidente contraddizione sull’analisi dei
segni del nostro tempi, così come ampiamente esposti dal precedente Magistero,
tanté che lui stesso, richiamandosi a Paolo VI, esorta "tutte le comunità ad
avere una sempre vigile capacità di studiare i segni dei tempi" [Cfr.
Esortazione Apostolica, Evangelii gaudium, 2013, nn. 50-51] e questo sicuramente
in continuità col precedente Magistero [Cfr. Discernimento dei segni dei tempi:
vasta produzione magisteriale - (Appelli: Paolo VI 1976, GS 54.11; PO 9; UR 4)].
In definitiva, Papa Francesco, ignorando di proposito l’odierna situazione
anticristica denunciata dal precedente Magistero della Chiesa, di fatto
favorisce un indebolimento/dissolvimento della dottrina cattolica, esponendola
alla perdita di identità confessionale, ingenerando incertezza di catechesi e di
predicazione, favorendo la diffusione di eresie ed apostasia. Con il rischio di
predominanza della "pastorale sanitaria", filantropica, da "religione
umanitaria", della tenerezza, sull’evangelizzazione (che, invece, sarà il
cavallo di battaglia dell’Anticristo finale!). Sembra strano che lui, ammiratore
e lettore di Benson (Il Padrone del mondo/Anticristo), non parli mai della
presenza degli anticristi nel nostro tempo, come evidenziato, invece, dal
precedente Magistero!
Da quanto fin qui esemplificato, sembra emergere una conseguente situazione
storica di crisi di fede planetaria preoccupante. Tuttavia per il cristiano le
cose penultime ed ultimissime della storia, che accadono e necessariamente
dovranno accadere, non devono costituire motivo di apprensione ansiosa, perché
in lui deve prevalere l’ottimismo della fede.
Esempi di come individuare i modernisti. Essi causano confusione dottrinale e
sostengono,
con la loro "penombra teologica":
Nuove interpretazioni dei dogmi che inducono al dubbio sulla divinità di Cristo
e la realtà della risurrezione. Ciò indebolisce la speranza escatologica.
L’inferno, il Purgatorio, il peccato originale ed altre realtà ultime, sono
inesistenti.
Rifiutano il monogenismo: Adamo ed Eva non sono personaggi storici, ma
rappresentano solo l’umanità in genere. Con tale posizione eretica ed apostata,
con il loro Magistero Parallelo, contestano quello di sempre, e definitivo, che,
nella fattispecie, Pio XII, con l’enciclica del 1950, Humani generis asserisce:
"gli undici primi capitoli del Genesi […] appartengono al genere storico in un
vero senso, che però deve essere maggiormente studiato e determinato dagli
esegeti; i medesimi capitoli, con parlare semplice e metaforico, adatto alla
mentalità di un popolo poco civile, riferiscono sia le principali verità che
sono fondamentali per la nostra salvezza, sia anche una narrazione popolare
dell’origine del genere umano e del popolo eletto […] Se qualche cosa gli
antichi agiografi hanno preso da narrazioni popolari (il che può essere
concesso), non bisogna mai dimenticare che hanno fatto questo con l’aiuto
dell’ispirazione divina, che nella scelta e nella valutazione di quei documenti
li ha premuniti da ogni errore. Quindi le narrazioni popolari inserite nelle
Sacre Scritture non possono affatto essere poste sullo stesso piano delle
mitologie o simili, le quali sono frutto più di un’accesa fantasia che di
quell’amore alla verità e alla semplicità che risalta talmente nei Libri Sacri,
anche nel Vecchio Testamento, da dover affermare che i nostri agiografi sono
palesemente superiori agli antichi scrittori profani".
«I fedeli non possono abbracciare quella opinione i cui assertori insegnano che
dopo Adamo sono esistiti qui sulla terra dei veri uomini, che non hanno avuto da
lui origine come progenitore di tutti gli uomini per generazione naturale, o che
Adamo rappresenta l'insieme di molti progenitori; non sembra infatti possibile
concordare (cum nequaquam appareat quomodo componi) queste affermazioni con
quanto le fonti della Rivelazione e gli atti del Magistero ci insegnano circa il
peccato originale, che proviene da un vero peccato commesso individualmente da
Adamo e personalmente e che, trasmesso a tutti per generazione, è inerente in
ciascun uomo come suo proprio» (DH 3897).
Non vi sono attualmente dei risultati scientifici che impongano di abbandonare
questa comprensione teologica, né potrebbero, per quanto prima detto, essercene
di apodittici in futuro. Ricordiamo come il CCC n. 389, in tema, ribadisce: "[…]
La Chiesa, che ha il senso di Cristo, ben sa che non si può intaccare la
rivelazione del peccato originale senza attentare al Mistero di Cristo".
Penalizzano l’escatologia, perché tutti protesi a realizzare il regno di Dio
senza Dio (immanentismo, messianismo temporale, escatologia intramondana).
La speranza teologale perde la sua piena forza quando viene sostituita da un
dinamismo politico.
Si cerca di spiegare la parusia come avvenimento permanente, il quale non
sarebbe nient’altro che l’incontro di ogni individuo, nella propria morte, con
il Signore.
Il Cardinale Joseph Ratzinger rileva come "la sparizione della consapevolezza
del demoniaco segnala una caduta della santità. Il Diavolo può rifugiarsi nel
suo elemento preferito, l’anonimato, quando non risplende, a svelarlo, la luce
di chi è unito a Cristo". Infatti, viene negata l’esistenza del diavolo.
I novissimi, proponendo pubblicamente la venuta intermedia di Gesù con un
neomillenarismo molto diffuso anche perché alimentato da pseudo rivelazioni
private, il cui commento è spesso in antitesi con l’insegnamento dottrinale
cattolico.
Un diffuso agnosticismo inidoneo a porsi le domande ultime [NDA: è anche vero,
però, che la Catechesi è muta sulle realtà ultime e non rispondente a domande, o
richieste di aiuto, boccheggianti, poste dalla diffusa anemica spiritualità!
(Card. C. Ruini)].
E ancora più esplicitamente il Santo Padre Giovanni Paolo II, nell’omelia del 31
dicembre 1994 tenuta in S. Ignazio a Roma, a commento della 1Gv, afferma:
"Non possiamo non avvertire che, insieme con la civiltà dell’amore, civiltà di
verità e di vita, un’altra civiltà si va diffondendo: proprio di essa parla san
Giovanni nel contesto dell’ultima ora. Scrive l’Apostolo: ‘Molti anticristi sono
apparsi’, ed aggiunge ‘sono usciti di mezzo a noi’, ma non erano dei nostri (1Gv
2,19). Questa civiltà dell’anticristo – dice il Papa – va contrastata con la
potenza interiore che Cristo ci dona, nei Sacramenti frequenti e nella
preghiera".
G. Paolo II al fine di dare contenuti alle indicazioni pastorali per la nuova
ri-evangelizzazione, facendo una severa autocritica sulle responsabilità che
inducono all’apostasia, osserva:
"[…] Bisogna ammettere realisticamente e con profonda e sofferta sensibilità che
i cristiani oggi in gran parte si sentono smarriti, confusi, perplessi e perfino
delusi, si sono sparse a piene mani idee contrastanti con la Verità rivelata e
da sempre insegnata; si sono propalate vere e proprie eresie, in campo dogmatico
e morale, creando dubbi, confusioni, ribellioni, si è manomessa anche la
Liturgia; immersi nel "relativismo" intellettuale e morale e perciò nel
permissivismo, i cristiani sono tentati dall’ateismo, dall’agnosticismo,
dall’illuminismo vagamente moralistico, da un cristianesimo sociologico, senza
dogmi definiti e senza morale oggettiva".
In tema di apostasia, recentemente anche papa Benedetto XVI, "in occasione delle
celebrazioni per il 50° anniversario della firma del Trattato di Roma, ha
parlato di rischio corso dall’Europa di una "apostasia da se stessa prima ancora
che da Dio" qualora essa dimenticasse "il ruolo non soltanto storico, ma
fondativo" e animatore svolto dal cristianesimo e riducesse la ricerca
dell’autentico bene comune al "compromesso" relativistico e pragmatistico.
Dopo quanto sintetizzato, esortiamo i veri cristiani, ad evitare (Tito 3,10-11)
i modernisti, eretici, apostati e anticristici, anche fisicamente. Bisogna non
ascoltarli, e possibilmente, saperli confutare. E se, ammonendoli, si ostinano a
non riconoscere i propri errori ed emendarsi, usate la frusta! Cacciateli! Essi
vi predicano un Vangelo interpretato secondo il loro Magistero Parallelo e,
quindi, rifiutano l’interpretazione del Magistero di sempre, e definitivo, della
Chiesa: sia anatema! (Gal 1,8). Essi mettono a repentaglio sia la vostra
salvezza sia quella degli altri. "Non basta che il Pastore avverta l’arrivo del
lupo – fuori metafora: la confutazione dell’errore -, ma deve operare –
efficacemente affinché il gregge non sia sbranato – il che vuol dire: efficaci
provvedimenti disciplinari". Il Pastore deve cacciare il lupo dall’ovile usando
la dovuta energia e fortezza. E lo caccia, come si è espresso di recente
Benedetto XVI, "col bastone"!
"Non siamo dei cani muti (Is 56,10) non siamo spettatori silenziosi, non siamo
mercenari che fuggono il lupo, ma pastori solleciti e vigilanti sul gregge di
Cristo. Predichiamo i disegni di Dio ai grandi e ai piccoli, ai ricchi e ai
poveri. Annunziamoli a tutti i ceti e a tutte le età finché il Signore ci darà
la forza, a tempo opportuno e importuno" [Dalle lettere di san Bonifacio,
vescovo e martire nel 754: Lett. 78; MGH, Epistolae, 3, 352. 354].
APPROFONDIMENTO
Così, sintetizza don Guglielmo Fichera, gli elementi che caratterizzano
l’ermeneutica della frattura, operata da certi movimenti teologici del nostro
tempo:
1) una corrente deviante che legge il Concilio Vaticano II come una frattura con
la Tradizione e il Magistero precedente della Chiesa. In questa corrente
appaiono simultaneamente:
a) una ripresa pura e semplice del razionalismo protestante del secolo scorso;
b) una rottura di ogni barriera di ordine teologico ed anche filosofico;
2) dall’altra, una corrente perseverante che tende a debordare dall’insegnamento
dal culto della Chiesa. Pertanto, tre sono gli orientamenti culturali,
caratteristici:
Il pelagianesimo (negazione del peccato originale ed esaltazione dell’uomo che
non appare più "Cristo dipendente").
L’arianesimo (negazione della divinità di Cristo=ideologia anticristica!).
Il neo-modernismo (già fermamente condannato da S. Pio X, come "la sintesi di
tutte le eresie", esso tende a distruggere ogni nozione di oggettività della
Rivelazione).
Tutti questi elementi, "si trovano combinati in un amalgama speculativo che
serve di base per una precipitazione verso l’umanizzazione integrale di tutta la
religione […] una specie di iniziazione nuova di origine protestante".
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